Progettazione partecipata: cos’è e cosa prevede

Con il termine progettazione partecipata si indica la collaborazione dei vari attori di una comunità (cittadini o gruppi sociali destinatari dell’iniziativa, amministratori e tecnici) che, attraverso spazi o momenti di elaborazione e confronto, vengono coinvolti nell’ideazione o nella realizzazione comune di un progetto caratterizzato da proposte operative che avranno poi ricadute positive sui partecipanti e sul loro gruppo di appartenenza (Martini e Torti, 2003). 

Può essere messa in campo quando la comunità ritenga necessario:

  • Determinare i propri obiettivi 
  • Analizzare i bisogni dei membri che ne fanno parte
  • Creare nuove modalità d’intervento e metterle in pratica
  • Monitorare costantemente l’andamento delle azioni intraprese. 

Queste sono tutte attività impostabili secondo le linee di condotta della progettazione partecipata.

L’obiettivo finale di questa tipologia di intervento è stimolare un cambiamento che non sia imposto dall’alto o dall’esterno, bensì avviato e condotto dalle persone stesse. Un’evoluzione di questo tipo ha più probabilità di essere implementata e condivisa, ragion per cui risulta predittore del successo del progetto e della soddisfazione dei partecipanti. 

Attivare le persone dal basso permette di risolvere problemi complessi nella maniera percepita come più adatta da tutti coloro che sono coinvolti nella progettazione. Inoltre, le risorse messe in campo rimangono al gruppo, consentendo di prendere consapevolezza di esse e di come incanalare le stesse al meglio, al fine di attivare un processo di empowerment nei partecipanti, i quali acquisiscono sicurezza nei loro mezzi e si sentono spronati a cooperare in situazioni future (Lewin, 1946).

Costituire spazi e momenti per avviare un dibattito che ha alla base un ascolto attivo e il confronto tra i vari punti di vista, è il punto di partenza per un processo di progettazione partecipata. Spazi e momenti che rappresentano un’occasione generativa per poter individuare nuove idee innovative a favore dell’intera comunità coinvolta.

L’obiettivo è la costruzione di una volontà comune, dove le decisioni sono consensuali e non basate su logiche di maggioranza.

Tale metodologia, ispirata al concetto di democrazia partecipativa, è particolarmente indicata per le questioni politiche e sociali, soprattutto in contesti pubblici dove i criteri di funzionalità ed efficienza devono doverosamente incontrarsi col principio di economicità dell’amministrazione. Un valore aggiunto può essere utilizzarla nei processi decisionali aziendali o in altre tipologie di organizzazione.

Gli elementi chiave della progettazione partecipata

Quando si parla di progettazione partecipata le parole chiave che dobbiamo tenere a mente sono condivisione, comprensione e coinvolgimento.

In tali eventi l’aspetto relazionale tra i partecipanti è centrale per condividere gli aspetti più pratici e informativi necessari ad analizzare l’elemento di discussione senza perdere la vasta unicità e complessità dei punti di vista presenti all’interno dei gruppi. 

Si persegue un’impostazione comunicativa e sociale ispirata a una sorta di “arena democratica”, un’agorà in cui comunicando, il pensiero del singolo si fonde a quello degli altri partecipanti, si co-costruiscono assieme le forme e i contenuti delle questioni affrontate e si producono idee che sono qualcosa di più e di differente dalla somma di quelle individuali. 

Un processo così complesso necessita la presenza e la guida da parte di facilitatori esperti di dinamiche di gruppo, possibilmente con un background di studi di psicologia. Gestire le opinioni di ognuno in maniera democratica e allo stesso tempo costruttiva prevede la capacità di riconoscere le dinamiche sociali che naturalmente nascono tra i partecipanti, per poi andare a coinvolgere i più restii, gestire conflitti, esplorare gli aspetti più emotivi o tabù e fornire feedback in maniera efficace.

Perché organizzare eventi di progettazione partecipata? 

L’aspetto centrale è il desiderio di valorizzare la comunità stessa e le risorse già presenti, in un’ottica di empowerment. Questa presa di consapevolezza, assieme a un alto livello di engagement generativo che è possibile stimolare proprio grazie a elementi ludici, permette di instaurare un circolo virtuoso per cui le persone, che si sono sentite ascoltate e comprese, acquisiscono un sentimento di appartenenza maggiore alla propria comunità, sperimentando il desiderio di prendersi cura di ciò che sentono come parte del sé e partecipando in maniera più attiva.

Difatti, la parola partecipazione rimanda da un lato al concetto di “prendere parte”, dal latino partem capere, a un determinato processo, e dall’altro a quello di “essere parte” di un gruppo o una comunità.

Altre motivazioni da non sottovalutare sono il mostrare e dimostrare che una via per comunicare con interlocutori su più livelli (cittadino, regione, nazione, ecc.) esiste e che è anche la via migliore per costruire un know-how condiviso basato su saperi ed esperienze che guardano al futuro e all’innovazione in maniera sostenibile.

In ultima analisi, lo spirito che si respira in questi eventi costituito da curiosità, voglia di andare oltre e desiderio di farlo assieme agli altri può essere, se adeguatamente coltivato e custodito, alla base di ulteriori movimenti per il cambiamento e il progresso di intere comunità.

Questo è possibile anche grazie al clima cordiale e informale che è necessario creare affinché i ruoli e gli status diversi dei vari interlocutori presenti non diventino motivo di conflitto all’interno dei gruppi. 

Bisogna trasmettere l’importanza dell’andare oltre l’orizzonte del proprio orticello per far sì che le strategie individuate e che si andranno ad adottare siano davvero un esempio di situazione win-win, dove il benessere dell’altro è anche il proprio, perché parte di un unico “noi”.

Quando alcuni vincoli impediscono una progettazione partecipata in presenza, è possibile pensare alla creazione di eventi di progettazione partecipata online. In questo caso si parla di e-participation, un capitolo tutto nuovo e con le proprie regole. La partecipazione elettronica è supportata da tecnologie informatiche e comunicative ai processi che coinvolgono governo e cittadini. I processi possono riguardare l’amministrazione, l’erogazione dei servizi, il processo decisionale e la progettazione partecipata come quelli che abbiamo già discusso precedentemente, ma il setting è differente e questo comporta alcune peculiarità (Macintosh, 2004). Utilizzare una metodologia esperienziale, assieme agli elementi di game design, è sicuramente una via da percorrere per far vivere quello spirito e quel senso di appartenenza tipico degli eventi di progettazione partecipata in presenza.

Progettazione partecipata gamificata: strumenti e drive da utilizzare

L’utilizzo di punti, classifiche e badges rappresenta la maggioranza degli strumenti adottati in questo tipo di progetti, insieme all’impostazione di missioni (quest) e di una narrativa che stimoli competizione e collaborazione. Relativamente alla competizione, ci sono stati alcuni casi dove essa ha portato a comportamenti scorretti tra i partecipanti, ed è per questo che la sfida tra individui o gruppi è stata annullata a favore di una sfida tra idee (Koivisto & Hamari, 2019). In classifica, quindi, non andranno i nostri nomi o quelli dei gruppi ma direttamente le nostre idee: questo trasmette alla comunità il desiderio e il bisogno di individuare la strategia migliore di risoluzione dei problemi, al di là di chi la propone, sempre secondo lo spirito democratico (e in questo caso, meritocratico) che contraddistingue questo tipo di progettazione. 

Altri elementi gamificati utilizzati meno spesso, possono essere premi, sistemi basati sulla reputazione, avatar, narrazione e giochi di ruolo. Per tutto ciò che concerne aspetti più legati al linguaggio simbolico e visivo è possibile utilizzare strumenti quali Mural e Miro. 

In conclusione, quando organizziamo eventi di progettazione partecipata stiamo lavorando sui drive del framework Octalysis legati principalmente alla creatività e al feedback, al significato epico e all’influenza sociale che avviene sia all’interno del proprio tavolo che nell’interazione con gli altri tavoli.

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