Come psicologi ci interroghiamo costantemente su come facilitare processi e incrementare valore e, pensando all’innovazione, la nostra attenzione ricade sulle persone che la generano e su quanto si sentono a proprio agio nel prendere rischi e sperimentare.
La chiamiamo sicurezza psicologica perché è una dimensione in cui ciascuno si sente libero di condividere nuove idee ed esprimersi senza timore di giudizio o punizione (Edmondson, 1999; Edmondson et al., 2016). Del resto è facile intuire che al contrario, in un ambiente dove le persone temono di correre dei rischi o commettere errori, è improbabile che emergano nuove idee e approcci creativi. Leader efficaci trovano il giusto equilibrio per massimizzare entrambi questi aspetti fondamentali.
HYPE Innovation è leader nella gestione dell’innovazione, grazie alla sua piattaforma completa per l’intero ciclo di vita del processo. Le soluzioni comprendono la gestione delle tecnologie, delle tendenze e dei partner per l’innovazione, lo scouting delle startup, l’ideazione end-to-end e il coinvolgimento dell’ecosistema.
In qualità di attore di primo piano nel panorama della gestione dell’innovazione, è in grado di scoprire le opportunità, promuovere la collaborazione e guidare gli obiettivi strategici, dalla crescita al risparmio dei costi fino alla trasformazione sostenibile.
Esiste una relazione importante tra sicurezza psicologica e innovazione. Baer M. e Frese M. (2003) hanno dimostrato che l’innovazione di processo non è da sola sufficiente a generare valore. Lo studio condotto su 47 aziende tedesche di medie dimensioni, impegnate in innovazioni di processo, ha evidenziato come il clima di iniziativa e la sicurezza psicologica sono correlate positivamente alle performance aziendali. Di fatto non è sufficiente innovare, è necessario che questa innovazione nasca e si inserisca in un ambiente che permetta che questo cambiamento venga recepito e valorizzato nel migliore dei modi.
La rilevanza della sicurezza psicologica è stata dimostrata in ambiti quali la sanità, dove è associata a minori errori medici e migliore qualità delle cure (Duffy et al., 2019), l’educazione, dove favorisce l’apprendimento (Newman et al., 2018), il settore tech, dove stimola l’innovazione (Kessel et al., 2012) e in tutti i contesti produttivi, in cui riduce la possibilità di fare incidenti, errori e rischi per la salute psico-fisica.
Sappiamo però che studi recenti ci dicono che, nonostante le sfide si facciano sempre più complesse, la sicurezza psicologica rimane poco diffusa nelle aziende italiane (Lippert-Rasmussen et al., 2020). Ecco che potrebbero essere utili interventi mirati a stimolare nuovi strumenti e competenze manageriali che ne favoriscano lo sviluppo.
Per esempio, i leader antifragili che mostrano umiltà, valorizzano input diversi e incoraggiano rischi controllati, favoriscono l’apertura e la partecipazione (Newman et al., 2018). Leader che praticano l’ascolto attivo, il feedback costruttivo e la condivisione di errori hanno effetti positivi sull’ingaggio e la performance dei team (Vargo & Seville, 2018). Attenzione però, non è necessario essere il leader formale del gruppo di riferimento: ciascuno può fare la propria parte.
Promuovere la sicurezza psicologica non è solo opportuno. Diventa urgente in un contesto altamente imprevedibile e incerto, come quello attuale. Consente di massimizzare il potenziale creativo dei gruppi di lavoro, con benefici tangibili sia per le persone che per i risultati. Coltivando team senza paura, organizzazioni e leader possono fare la differenza nell’affrontare le complessità del presente e del futuro.
Partendo dal costrutto di sicurezza psicologica abbiamo elaborato un percorso che si divide in due fasi, una prima diagnostica e una di interventi concreti gamificati.
Il gioco stimola la motivazione intrinseca, coinvolgendo le persone in una sfida divertente e accattivante. Quando qualcosa è percepito come un gioco, piuttosto che un compito, si attivano processi cognitivi diversi: si è più aperti a sperimentare, ad assumersi dei rischi, a immaginare scenari insoliti. Tutti atteggiamenti fondamentali per l’innovazione.
In secondo luogo, esperienze game-based come simulazioni, competizioni amichevoli, risoluzione di enigmi, consentono alle persone di entrare concretamente in contatto con problemi complessi e di applicare un approccio pratico per risolverli. Imparando attraverso il fare, si consolidano connessioni neurali che rafforzano la capacità creativa.
Infine, la fase di debriefing permette di consolidare quanto sperimentato nel gioco, favorendo processi di meta-riflessione e apprendimento fondati sul qui ed ora. Guidare i partecipanti in una discussione su cosa ha funzionato, sui pensieri che hanno attraversato la loro mente, consente di esplicitare insight altrimenti non coscienti e di tradurli in spunti velocemente applicabili al lavoro reale.
In conclusione, la gamification di Laborplay permette di ridurre le barriere psicologiche all’innovazione, stimolare nuove connessioni mentali attraverso il learning by doing ed estrarre apprendimenti preziosi attraverso momenti riflessivi strutturati. Una combinazione potente per liberare tutto il potenziale creativo delle persone.
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