I giochi di Lucas Pope

I giochi persuasivi di Lucas Pope: The Republia Times e Papers, Please

Quanti generi videoludici esistono? Dipende dai punti di vista!

Persino la definizione di “serious game”, o “videogiochi educativi”, è ormai diventata un termine ombrello che raccoglie sotto di sé una gran quantità di generi e sottogeneri. Tra questi, una categoria molto particolare di serious games, comprende quei giochi definiti da Ian Bogost come “persuasivi”. 

Questo genere videoludico accoglie quei prodotti pensati per stimolare nel giocatore una profonda riflessione sul significato e sul funzionamento di processi complessi che appartengono alla microsociologia (i rapporti tra le singole persone) o alla macrosociologia (l’economia, la politica o il consumismo). Essi non si limitano, dunque, alla pura formazione riguardo un particolare argomento, ma si spingono verso la frontiera dell’attivismo, incentivando una riflessione volta a scuotere i preconcetti dei giocatori.

Tra i videogiochi persuasivi possiamo annoverare alcuni tra i titoli a opera di Lucas Pope, game designer di giochi indipendenti da molti definiti come “sperimentali”. In particolare, Pope crea due videogiochi persuasivi: The Republia Times (2012) e Papers, Please (2013). Essi possono essere considerati parte di un’antologia in due capitoli; non sono semplicemente ambientati nello stesso universo, ma nella stessa area geografica immaginaria che comprende sette nazioni attanagliate da governi dittatoriali, tutte accomunate da condizioni economiche precarie e martoriate da una guerra silente eppure infinita, raccontandoci così due lati opposti della stessa medaglia. 

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The Republia Times

Il primo capitolo, The Republia Times, è giustappunto ambientato nello stato di Republia. Il giocatore interpreta il ruolo di caporedattore dell’unico giornale approvato dal Regime e dovrà selezionare quali storie pubblicare sul quotidiano tra quelle che arriveranno sulla sua scrivania ogni mattina. La direzione in cui punta il videogioco è chiara: se lo scopo è far sopravvivere il nostro giornale, dovremo selezionare i reportage accuratamente, non solo per mantenere alte le vendite, ma anche per compiacere il Governo centrale ed evitare di incorrere nella censura. La sfida si fa presto impegnativa, tra una partita di calcio vinta e previsioni del tempo che indicano sole su tutto il territorio, presto arriveranno in redazione notizie di battaglie perdute, portaerei distrutte, perdite di vite umane nell’ambito del conflitto armato con lo stato confinante, Antegria. The Republia Times ci mette, quindi, di fronte a un dilemma etico: il timore per la nostra vita e per quella dei nostri cari è tale da spingerci a soccombere al potere o avremo il coraggio di sfidare il sistema in nome della verità? 

Papers, Please

Il secondo capitolo, Papers, Please, si sposta da Republia ad Arstotzka, ma il filo rosso rimane il medesimo. Questa volta il nostro personaggio è stato scelto dal Regime di Arstotzka per svolgere la funzione di guardia di confine, il cui ruolo è quello di controllare i documenti di una gran quantità di viaggiatori provenienti dai sette paesi dell’area. Come ufficiale di frontiera dovremo decidere chi entra e chi no, sotto l’occhio vigile di un controllore. Esaminando i viaggiatori avremo occasione di ascoltare le loro storie e in particolare quelle di chi non è riuscito a reperire la quantità indicibile di documenti necessari all’espatrio: chi cerca di sottrarsi a un arresto ingiusto, chi ha urgente bisogno di cure o chi cerca di raggiungere genitori in difficoltà. Potremmo essere tentati di aiutare queste persone a espatriare, ma dobbiamo considerare che ogni infrazione del codice di condotta porterebbe a una detrazione della paga, che significa meno risorse per le spese di cibo, affitto e riscaldamento non solo per noi, ma per l’intera nostra famiglia. Ancora una volta, Pope ci chiama a rispondere alle ingiustizie non tramite un punto di vista esterno e sicuro, un facile esercizio di retorica, ma immergendoci in prima persona nella storia e nelle sue (talvolta spiacevoli) conseguenze.

Nonostante The Republia Times abbia compiuto il suo decimo compleanno (e tra poco toccherà anche a Papers, Please), i temi presentati non potrebbero essere più attuali. Sotto le mentite spoglie di due videogiochi gestionali, Pope ci racconta dell’intima umanità della questione della libera circolazione delle persone, dei rischi che uno spasmodico orgoglio nazionale comporta, di quella diffusa diffidenza nei confronti dello straniero spesso fomentata dalla stampa e dalla politica e delle nostre personali possibilità di partecipare al dialogo. Infatti, entrambi i suoi protagonisti, seppure silenti e senza nome, hanno la possibilità di prendere in mano il proprio destino e, indirettamente, quello della propria nazione, scegliendo di ribellarsi a un sistema crudele di cui hanno potuto osservare le conseguenze in prima persona. 

Un bellissimo spunto, dunque, per iniziare a coinvolgere i giovani, anche quelli maggiormente sfiduciati, nelle questioni politiche e umanitarie del proprio Paese, diritto e dovere di tutti i cittadini.

Articolo di: Ambra Ferrari

PhD in Educazione nella Società Contemporanea, Ambra Ferrari si occupa di progetti di ricerca sui temi della Human Computer Interaction. Ludonarrativista ed esperta di UX, con Horizon Psytech & Games è docente di Master in Psicologia Digitale relativi al potenziamento cognitivo e l’arricchimento valoriale degli adulti tramite videogiochi commerciali. Oltre che con Laborplay, collabora anche con Video Game Therapy come autrice di recensioni psicologiche dedicate al mondo videoludico indipendente.

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