Daggerfall e l’antifragilità

Benvenuti, carissimi e carissime, in questo nuovo episodio della rubrica “Pixel & Neuroni”, in collaborazione con Laborplay e BardellaPsicologia.

Come abbiamo già detto in precedenza, per tutta la durata del nostro viaggio virtuale andremo a scoprire insieme l’importanza dei videogiochi per l’apprendimento di abilità utili alla vita di tutti i giorni. 

La nostra vita, senza divertimento, che vita potrebbe essere? Vuota, grigia e tetra! Per fortuna, a proteggerci da tutto questo grigiore, ci sono le attività ludiche, attraverso le quali possiamo goderci l’esistenza un turno alla volta. Ora, anche per questo episodio, mi attirerò l’ira di molti di voi. Per quale motivo? Be’, il gioco che analizzeremo oggi è una pietra miliare per quanto riguarda i giochi di ruolo occidentali, ma è anche una delle IP più complesse, difettose e vaste di sempre. Di cosa stiamo parlando? Di The elder scrolls II°: Daggerfall Unity (TESII). Una piccola precisazione, analizzerò la versione rifatta con il motore grafico Unity, che ripropone il gioco in scala 1:1 e ne risolve moltissime problematiche. Prendete come riferimento la versione restaurata nel 2022, nonostante la prima data di rilascio sia stata nel 1996!

Se ho scelto questo titolo è perché, di recente, ho avuto modo di metterci le mani sopra e poco dopo l’inizio della mia avventura sono stato travolto da una delle sensazioni più belle di sempre: il senso della scoperta.

Premetto: amo i giochi di ruolo sin da ragazzino, la mia prima partita a Dungeon and Dragons risale a quasi diciotto anni fa. Dopo quell’esperienza ho capito quanto mi piacesse esplorare mondi (immaginari o digitali) e quanto la mia stessa interiorità ne avesse bisogno. Installare e giocare a TESII alle soglie dei trent’anni è stata una vera boccata d’aria fresca. Però ora basta con tutti questi ricordi strappalacrime, è ora di capire perché giocare a questo titolo vi possa essere d’aiuto nella vita di tutti i giorni!

Antifragile per natura

Il team dietro a TESII è quello di Bethesda Softworks, oggi famoso per aver realizzato altri titoli come Fallout 3 e Skyrim. All’epoca la direzione presa dal team di sviluppo nell’ideazione di Daggerfall era molto chiara: creare un gioco di ruolo d’azione (ARPG) che avesse le stesse dinamiche interne di una complessa partita di Dungeon & Dragons. Riuscire a trasporre in pixel e numeri quello che fino a poco tempo prima poteva essere fatto solo con l’immaginazione sembrava lo scopo definitivo per questa squadra di nerd incalliti. Nelle meccaniche di gioco vennero inseriti elementi di simulazione reale, per esempio le malattie. Come nelle migliori storie, però, fu necessario trovare alcuni punti importanti sui quali gettare le basi per un progetto tanto ambizioso. Nonostante le difficoltà, i ritardi nella produzione e gli infiniti bug (errori nella programmazione che inficiano in maniera più o meno rilevante le prestazioni di gioco), TESII vide la luce e fu distribuito in tutto il mondo. Non solo il team stesso fu capace di resistere e adattarsi alle difficoltà, come vuole il pensiero antifragile, ma fu anche il gioco a trasporre in digitale quell’atteggiamento risoluto nei confronti delle sue sfide interne. Con antifragilità ci riferiamo al pensiero di N. Taleb, un matematico e saggista che ha scritto diversi libri sul tema, ad esempio Il cigno nero nel 2007 o Antifragile nel 2012.

Secondo tale filosofia di pensiero, davanti a un ostacolo possiamo avere diversi modi di rispondere, a seconda di come il nostro stesso mindset è strutturato. Consideriamo il mindset come un sistema, con tutti i suoi funzionamenti specifici e i suoi pattern. La fragilità di questo sistema dipende dal modo in cui esso risponde. La frattura è considerabile come l’impossibilità di rispondere in maniera adattiva a uno scossone esterno. Spesso, quando questa condizione prevale, si cerca di tamponarne gli effetti negativi introducendo dei cambiamenti atti a irrobustirla. Da questo secondo processo deriva il comportamento resiliente, che null’altro è se non una strategia utile per sopravvivere a uno scossone. Ma per prosperare veramente è richiesto un comportamento contrario, ossia quello antifragile. La differenza sostanziale è data dal tipo di risposta che si mette in atto nei confronti delle difficoltà esterne. Chi sposa questo mindset è destinato non solo a trasformarsi e diventare più risoluto nei confronti delle difficoltà, ma anche a vedere la sua stessa natura cambiare. La magia evolutiva dietro a questo presupposto forma involontariamente la spina dorsale del titolo creato da Bethesda Softworks.

Quando si genera un mondo di proporzioni enormi, come in questo caso, è impossibile prevedere precisamente cosa accadrà. Nello specifico, molte delle dinamiche del gioco si basano su alcuni principi di casualità, usando uno schema di realtà generata in modo procedurale. In breve, nessun giocatore potrà mai sperimentare le stesse difficoltà di un altro in quanto la storia principale, per quanto essa sia strutturata, cambia di volta in volta le carte in tavola. Tutti dovranno “Trovare un oggetto appartenuto alla famiglia reale”, ma ognuno di loro andrà in posti diversi a cercarlo, affrontando nemici diversi e navigando per labirinti generati randomicamente. Senza escludere un fatto molto importante: questo è un gioco di ruolo, per cui è il giocatore che dovrà essere capace di creare un avatar abbastanza equilibrato per poter sopravvivere a un grado crescente di difficoltà, aspetto assolutamente non scontato!

Scopri come i giochi di ruolo possono essere utili in azienda

Quando il gioco diventa un campo d’addestramento

Veniamo dunque alla prima vera sfida dell’avventura: creare un avatar adeguato. Saremo da subito catapultati in un sistema dove, per decidere che PG (personaggio giocante) creare ci dovremo spremere le meningi; ma vi anticipo già una cosa: non sarà sufficiente. Avremo a disposizione un toolset vastissimo e anche leggermente intricato, con il quale sarà possibile definire tratti positivi e negativi del nostro alter ego, come la sensibilità alla luce, il divieto di usare armi specifiche, eccetera. 

A questo si aggiunge che TESII ha da sempre degli impliciti che si scopriranno solo con l’esperienza. Malattie, maledizioni, avvelenamenti, licantropia sono solo alcuni degli effetti negativi che dovremo affrontare durante il nostro viaggio. Un giocatore alla prima esperienza è, molto probabilmente, destinato a dover ricominciare tutta la campagna dopo una decina di ore di gioco. Questo perché sia la creazione del PG che il mondo stesso di gioco non spiegano nulla se non tramite l’esperienza. Essere avvelenati, ad esempio, potrebbe diminuire la nostra forza rendendoci incapaci di trasportare preziosi oggetti da rivendere al mercato o, peggio, renderci incapaci di colpire un bersaglio, destinandoci a una morte in battaglia. Questi sono solo alcuni dei moltissimi ostacoli sulla nostra via e bisogna essere onesti, il livello di frustrazione iniziale è davvero elevato. Un’esperienza del genere è sconsigliata a un giocatore occasionale, in quanto molte delle ore di gioco saranno spese per capire le meccaniche interne, prima di permettere davvero al player di godersi l’avventura. Come dicevo all’inizio, questo non è un gioco semplice. Possiamo paragonarlo a una partita di Dungeon & Dragons da giocare in solitaria dove è lo stesso giocatore a dettare i ritmi di ciò che il suo personaggio desidera essere. Il più famoso ladro della costa di Daggerfall? Il più temuto mago del deserto di Sentinel? Il limite è solo la fantasia!

Meccaniche antifragili

Veniamo ora al dunque, al momento in cui teoria e pratica si fondono insieme per restituire al discepolo i frutti del suo duro lavoro. Cosa c’entra l’antifragilità con Daggerfall? Essere antifragile vuol dire abbracciare qualunque sfida ci venga posta davanti con lo spirito di chi cade, impara e si rialza. Non esiste altrimenti nel mondo di Tamriel. Nessuno è destinato a essere ricordato se non impara alla svelta quanto pericoloso può essere avventurarsi fuori dalle mura della città in piena notte, oppure se decide di esplorare una grotta troppo affaticato; il suo destino sarà quello di svenire per la fatica durante l’esplorazione, rimanendo alla mercé dei mostri che popolano l’oscurità sotterranea. 

Eppure, nonostante la frustrazione e le enormi difficoltà, questo titolo è veramente la massima espressione del cambiamento davanti agli ostacoli. Un esempio è dato dalla creazione del personaggio; se si decide di creare un classico guerriero e ci si rende conto che, durante l’avventura, diventa sempre più difficile progredire, fino a giungere di fronte a un ostacolo impossibile, una soluzione potrebbe essere quella di creare un nuovo protagonista, riversando nella fase di ideazione tutta la conoscenza acquisita. Chiaramente, si andranno a perdere moltissime ore di gioco e l’intera partita precedente, cosa assolutamente poco piacevole, ma è questo lo spirito del gioco: agire per imparare, ricominciare fino a quando non si riesce a mettere insieme abbastanza elementi e conoscenza da creare un PG davvero eroico, capace di sopravvivere alle peggiori minacce che girovagano libere per Tamriel

L’antifragilità sta proprio qui, nel momento in cui la difficoltà ci richiede un cambiamento, un’evoluzione. Mettiamo caso che quel guerriero di cui parlavamo prima non sia in grado di fronteggiare una minaccia e decida allora di uscire dal Dungeon in questione e tornare in città per sviluppare le proprie caratteristiche lacunose. Questa potrebbe essere una soluzione temporanea utile e resiliente, ma quanto ripagherà sul lungo termine? Specie nella prima esperienza di gioco? Probabilmente poco. Questo perché, come detto prima, si tratta di un titolo complesso, dove tutto è deciso in maniera randomica, e strutturato per avere dei check-point precisi, utili per dare al giocatore un’idea di cosa lo attende davanti. Se a quei check-point di trama ci renderemo conto di non poter proseguire oltre, avremo da parte del gioco un messaggio molto chiaro: il tuo personaggio non è il prescelto destinato a salvare il mondo di Tamriel

Questo di per sé è un problema? No, in realtà, in quanto l’avventura – e qui si vede la lungimiranza e la complessità dell’idea – permetterà al giocatore anche di fallire la missione principale senza impedirgli di sperimentare il mondo circostante. Le altre missioni saranno comunque disponibili per essere svolte e nessuno impedirà al player di esplorare la vastità di questo stupendo mondo digitale.

Provare e riprovare

Concludiamo mettendo in luce alcuni punti fondamentali del titolo, ossia quanto la complessità alla base e la sua randomicità nella definizione degli eventi siano tanto punti di forza quanto di fragilità. 

Capiterà spesso di non trovare oggetti specifici per l’avanzamento di trama nelle nostre scorribande per i dungeon, questo perché ogni oggetto, pulsante, personaggio o muro invisibile sarà generato in maniera casuale dentro un’area creata anch’essa casualmente. La voglia da parte del team di sviluppo di creare l’esperienza definitiva per i GDR ha richiesto un costo enorme in termini di meccaniche di gioco. Infatti, non sarà raro doversi sforzare mentalmente per entrare in aree chiuse e claustrofobiche, e decidere di non usare trucchi o codici per teletrasportarsi direttamente verso l’oggetto specifico che si sta cercando. 

Insomma, l’esperienza di gioco, per quanto sia antifragile, ha le sue difficoltà. Come nella vita è molto difficile avere sempre le energie mentali per affrontare momenti complessi, lo stesso avverrà durante il corso della vostra permanenza su Daggerfall. Ma non abbiate timore, una volta appresa la grande lezione di gioco imparerete a godervi a pieno questa stupenda perla di Retro-gaming.

Così come nelle più classiche partite di D&D il vostro primo personaggio farà una fine orrenda, oppure non sarà capace di divertirvi nelle sue meccaniche di classe, lo stesso accadrà in TESII; ma quando saprete sopravvivere alle innumerevoli minacce che il gioco vi porrà, allora potrete dire di aver veramente viaggiato per le infinite e magiche lande di Tamriel.

Noi ci fermiamo qui! Suggerisco, a chi fosse interessato, di recuperare il gioco tramite la piattaforma di GOG.com, che lo fa scaricare già pronto per essere utilizzato anche nei computer più moderni. Non preoccupatevi: è gratuito!

Bibliografia:

https://it.wikipedia.org/wiki/The_Elder_Scrolls
https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_antifragilit%C3%A0
Il cigno nero, 2007, N.N. Taleb
Antifragili, 2012, N.N. Taleb

Condividi questo articolo

Altri articoli

Pixel e Neuroni

This War of Mine

Benvenuti, carissimi e carissime, in questo nuovo episodio della rubrica “Pixel e Neuroni”, in collaborazione con Laborplay e BardellaPsicologia.

Game(HE)art

Videogiochi e perdita

Nei giochi, la perdita è tanto onnipresente quanto banale, scrive la game designer Sabine Harrer, e oggi vogliamo approfondire questo concetto.

Sei curioso di scoprire come possiamo "gamificare" la tua azienda?

IMG   min

Scopri il mondo dell'HR Gamification