Elena Gaiffi

Un viaggio nel mondo Laborplay® con una delle anime del progetto. Valutazione, formazione e team building all’insegna del gioco

Elena Gaiffi è una delle anime del progetto Laborplay®, un’impresa innovativa nonché un modello che consente di classificare il comportamento professionale partendo proprio dalle preferenze e dalle abitudini di gioco che contraddistinguono ogni persona. Qui il gioco viene visto come laboratorio esperienziale con lo scopo di facilitare l’apprendimento, ma anche portare alla luce quelle che sono le soft skill utili in un processo di selezione del personale aziendale.

Abbiamo intervistato Elena che ci ha raccontato come è nata la startup della quale è socia insieme a Mario Magnani, Andrea Mancini, Ezio Scatolini e Manuele Ulivieri. Cinque psicologi del lavoro che già cooperavano nel progetto Labor, un laboratorio di ricerca di cui poi Laborplay® è divenuto la naturale prosecuzione.

Quando è stata presa la decisione?

In seguito a tre giorni di intensa full immersion all’interno di un convento al termine dei quali si è giunti all’idea di far nascere l’innovativa startup”. Se all’inizio Labor si occupava per l’appunto prevalentemente di studio e ricerca, Laborplay® è passato alla concretezza, ovvero alla creazione di sistemi game based per l’individuazione delle soft skill in fase di valutazione, formazione e team building.

Laborteam | Foto del team laborplay

La scientificità del progetto Laborplay®

Elena ci ha raccontato come nel progetto Laborplay®, i tradizionali sistemi di valutazione e formazione, noiosi e ripetitivi, siano stati sostituiti dal gioco visto come chiave per aggiornare il sistema lavoro nel suo complesso. In questi momenti le persone entrano in uno stato di totale appagamento tirando fuori la parte più genuina e autentica, rispetto alla valutazione tradizionale. 

Tutti dinanzi a un gioco vedono una reale sfida nella quale l’obiettivo è eccellere, andando a misurarsi con la propria efficacia e le proprie competenze”.

Partendo da questo presupposto sono stati individuati giochi che potessero essere utili a far emergere quelle che sono le competenze e le caratteristiche delle persone, validati scientificamente e considerati attendibili e veritieri almeno quanto i test tradizionali.

A oggi Laborplay® ha potuto testare oltre 30.000 persone per conto di molteplici aziende che hanno scelto di affidarsi a loro per la valutazione e formazione del proprio personale, nonché per l’organizzazione di team building volti a migliorare l’efficienza e l’efficacia del lavoro.

I giochi Laborplay®: funzionamento ed esempi

Il catalogo di giochi Laborplay® è molto ampio, e sostanzialmente l’obiettivo è quello di identificare le caratteristiche personali riferite alle quattro macroaree del modello PLAY:

  • Powered, riferito a forza, velocità e capacità decisionale
  • Leader, ovvero chi ha spiccate doti comunicative, in grado di motivare e influenzare gli altri
  • Accurate, orientato alla verifica, all’attenzione e alla capacità di analisi
  • Easy, riferito alla calma, all’introspezione e alla capacità di pensiero

Chi figura nei gruppi Powered e Leader è maggiormente propenso all’estroversione, rispetto all’introversione tipica di persone Accurate ed Easy. Per quanto riguarda invece il modo di operare, le figure Powered e Accurate sono orientate all’obiettivo, mentre i Leader e gli Easy alla relazione.

In sostanza, in base alle esigenze dell’azienda, al ruolo ricercato e alle competenze da sviluppare, vengono scelte le attività ludiche più idonee a far emergere le skill più importanti. Le dinamiche di gioco rivelano moltissimo delle persone!

Laborplay® dispone di un catalogo con quasi 30 strumenti da proporre alle aziende in base alle competenze trasversali che desiderano valutare o sviluppare, associando anche più giochi all’interno di un unico intervento.

Alla luce di quanto espresso, Elena ha proposto poi degli esempi concreti nel corso dell’intervista, partendo per l’appunto da uno dei tanti giochi presenti a catalogo.

Explode ha come obiettivo quello di disinnescare una bomba in 5 minuti. Per farlo i partecipanti hanno un PC a disposizione e un manuale cartaceo, il vincolo è legato ai ruoli: il gruppo può organizzarsi nella lettura del manuale, mentre solo un artificiere può manipolare la bomba seguendo le istruzioni ricevute. 

Qui possono emergere supporto, collaborazione e comunicazione efficace, le capacità organizzative e di pianificazione del lavoro. Gestendo bene tutte le risorse a disposizione, i 5 minuti di tempo è come se raddoppiassero grazie alla distribuzione dell’operato”.

Un gioco come Explode può essere utile sia in fase di valutazione durante un percorso di selezione dei candidati, ma anche in un’ottica di formazione, in quanto il trainer restituisce un feedback andando di fatto a semplificare l’apprendimento tramite un modello dimostrativo dell’evidenza, ovvero la situazione di gioco. In questo modo si possono raggiungere più obiettivi: sviluppare consapevolezza su punti di forza e aree di miglioramento individuali e apprendere nuove modalità tramite l’osservazione dei comportamenti altrui.

Laborplay®, anche a causa dei vincoli posti dalla pandemia, ha sviluppato soluzioni e giochi efficaci anche da remoto, come vere e proprie escape room da affrontare in gruppo. In questa dinamica si possono osservare molti comportamenti che offrono informazioni importanti su chi sta giocando, ad esempio sulle modalità di problem solving, l’orientamento all’obiettivo o sulla capacità di analisi e sintesi. Il punto di forza dei giochi Laborplay® fruibili da remoto è legato alla loro semplicità: si offre all’azienda qualcosa di tecnologico ma privo di complicazioni, che non necessita di particolari implementazioni ed è settabile con rapidità nonostante l’elevato livello di innovazione.

Scopri di più nel video interattivo

Laborplay®: accanto a grandi multinazionali ma anche alle PMI

Elena ci ha inoltre spiegato come Laborplay® non si rivolga a una tipologia specifica di azienda, ma all’interno delle sue partnership vanti multinazionali così come piccole e medie imprese. In questi termini è forse più interessante capire a quale domanda da parte del mercato può far fronte.

La risposta di Elena è stata chiarissima ed esaustiva: “Chi sceglie Laborplay® vuole trovare un’alternativa ai tradizionali processi HR per la selezione, la talent attraction, la valutazione, la formazione e l’organizzazione di team building. L’obiettivo è andare a sostituire quindi le proposte tradizionali con qualcosa di maggiormente in linea con il proprio target, andando realmente ad attrarlo. Non la mera esigenza di intercettare candidati, ma fare colpo su di loro; medesimo discorso per il personale aziendale da formare e al quale proporre un avanzamento di carriera tramite percorsi che aumentino la percezione positiva dell’azienda da parte dello stesso. Il gioco non ha età e proporlo dimostra attenzione e interesse verso il proprio target”.

Laborplay® per fare ciò può sfruttare due vie differenti:

  • Serious game, ovvero giochi da introdurre nei tradizionali processi HR in quanto nati con fini educativi e formativi (learning by doing)
  • Gamification, utilizzando il gioco in maniera immersiva, rendendo il processo stesso un gioco. Per meglio far comprendere questo punto basti pensare che hanno creato, per una società che si occupa di edilizia, un videogame grazie al quale movimentare mezzi, materiali e operai come in un reale cantiere. Questo game sostituisce le tradizionali e meccaniche modalità di gestione del processo di movimentazione, rendendolo più coinvolgente e sfidante, ma può anche funzionare da simulatore per l’addestramento del nuovo personale. In questo caso si tratta di un’opzione completamente customizzata.

Abbiamo accennato al fatto che Laborplay® ha operato con grandi realtà – come Coca Cola, Maserati, WindTre, Deloitte e Ferragamo – portando avanti progetti anche molto diversi tra loro. Accanto a queste troviamo poi anche piccole e medie imprese con sede principalmente nel territorio toscano, che hanno constatato che innovare non significa necessariamente spendere di più.

Perché scegliere Laborplay®?

Abbiamo posto questo ennesimo quesito a Elena e lei ci ha spiegato come possiamo trovare tantissimi motivi semplici, dalla vasta gamma di giochi a catalogo alla possibilità di personalizzare l’esperienza e le dinamiche di gioco da inserire nel processo: 

  • L’impiego di un modello attrattivo e coinvolgente tanto quanto scientificamente solido per la valutazione e lo sviluppo delle soft skill
  • La possibilità di avvalersi di soluzioni facilmente implementabili anche da remoto, senza complicazioni e rallentamenti date dall’uso di tecnologie troppo complesse.

Insomma, l’esperienza Laborplay® non la si può descrivere pienamente a parole, ma dovrebbe poter essere vissuta per comprenderne il reale valore. L’esperienza è davvero efficace per l’azienda, che ottiene riscontri utili e realistici, ma anche per l’utente che la vive in prima persona, coinvolto in un’esperienza che merita di essere ricordata.

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